AI Creative License è un progetto di Book on a Tree che promuove la trasparenza nell’uso di AI all’interno di opere letterarie e artistiche.
Attraverso la presenza di uno dei tre simboli sottostanti, chi fruisce un’opera (quale ad esempio un romanzo, un film, un’illustrazione, una poesia, una canzone, ecc.) può identificare il grado di coinvolgimento dell’AI nel processo di ideazione e creazione dell’opera stessa.
Autorialità dell’opera
Quando l’intuito umano incontra l’intelligenza artificiale: diversi livelli di intervento e co-creazione
Totalmente umana
L’autore, autrice, o autori collettivi di un’opera dichiarano e si assumono la responsabilità di aver creato l’opera tenendo per sé tutte le facoltà proprie del loro essere autori. Per esempio, dichiarano di aver avuto l’idea alla base di un romanzo o un’opera cinematografica, di aver inventato la trama e i personaggi, di averli scritti o aver curato la regia, di aver deciso il soggetto di un’illustrazione o una foto, nonché lo stile, la prospettiva, l’inquadratura, eccetera. Per la realizzazione potrebbero essere state usate AI, ma solo per funzioni non legate all’autorialità, quali ricerche o raccolta di documentazione. Il contributo eventuale di AI può aver quindi velocizzato alcune fasi di realizzazione non autoriali (quali la documentazione appunto), ma nulla più. Senza AI, l’opera finale sarebbe risultata esattamente la stessa.
Parzialmente umana
L’autore, autrice, o autori collettivi di un’opera dichiarano e si assumono la responsabilità di aver creato l’opera utilizzando anche una o più AI in qualità di coautrici. Per esempio, una AI ha avuto l’idea alla base di un romanzo o di un’opera cinematografica o l’ha modificata in modo rilevante, ha concepito alcuni snodi di trama o alcuni personaggi, si è occupata della realizzazione di parti dell’opera scrivendola o illustrandola, curandone la regia o scegliendone soggetto, stile, prospettiva, inquadratura, eccetera. In altre parole, la AI ha svolto il lavoro che, se fatto da una persona, la qualificherebbe a tutti gli effetti di legge come co-autrice. Il contributo di AI non si è limitato a fasi di realizzazione non autoriali, ma ha modificato l’essenza stessa dell’opera al punto che, senza tale contributo, l’opera finale non sarebbe la stessa.
Tendenzialmente non umana
L’opera non ha un autore, autrice o autori collettivi umani, ma tutt’al più dei committenti. Così come un’illustrazione può essere commissionata a un artista da un direttore artistico, un libro a una scrittrice da un editore, un film a un regista da una produttrice, il soggetto umano si è limitato a richiedere a una o più AI di produrre l’opera, eventualmente modificandone poi alcune caratteristiche ma senza esercitare le prerogative autoriali. Per esempio, una AI ha avuto l’idea alla base di un romanzo o di un’opera cinematografica, ha concepito i principali snodi di trama e tutti o la maggior parte dei personaggi, si è occupata della realizzazione dell’opera nella sua integralità scrivendola o illustrandola, curandone la regia o scegliendone soggetto, stile, prospettiva, inquadratura, eccetera.
Cosa sono le AI?
L’espressione Intelligenza Artificiale (Artificial Intelligence, in breve AI) si riferisce ad un sistema informatico progettato per operare con vari livelli di autonomia, che possiede capacità di adattamento e che perciò può, per un dato insieme di obiettivi definiti dall’utente, in base agli input che riceve, generare output quali previsioni, contenuti, raccomandazioni o decisioni.
Le AI generative, cioè in grado di produrre nuovi contenuti originali a partire da una semplice richiesta (prompt), sono state a lungo sognate dalla fantascienza e sono, oggi, una realtà.
Semplificando moltissimo potremmo dire che si tratta di software per computer che invece di funzionare come i “normali” programmi informatici, provano a riprodurre il modo di operare del cervello umano.
Algoritmo Classico
È composto da una lunga serie di istruzioni molto precise, del tipo “se accade qualcosa allora fai qualcos’altro”.Eseguite una dopo l’altra permettono di ottenere un risultato specifico.
Algoritmo di AI
È composto da diversi strati di “neuroni artificiali”. A seconda degli input ricevuti, questi neuroni possono rinforzare o indebolire i legami che li uniscono, permettendo al software di generare nuovi contenuti.
In questo momento i software di AI sono già in uso, in tutto il mondo, con le funzioni più disparate: negli ospedali, nelle università, nelle aziende. Le usi anche tu decine di volte al giorno, anche inconsapevolmente.
Questo significa che, da un lato, è sempre più difficile per un creatore di contenuti decidere liberamente se usare o meno le AI, perché anche il semplice gesto di fare una ricerca su Internet in qualche modo fa ricorso a questa tecnologia.
Dall’altro lato, chi fruisce i contenuti (spettatore, lettrice, e così via) potrebbe legittimamente chiedersi se l’opera che ha acquistato, o di cui comunque sta godendo, sia stata fatta “a mano” o “a macchina”.
Tra gli strumenti AI attualmente diffusi si possono citare, a titolo esemplificativo e in modo non esaustivo:
ChatGPT, Claude, Midjourney,…
Tra i software e le applicazioni con funzioni AI si possono citare, a titolo esemplificativo e in modo non esaustivo: Microsoft Edge, pacchetto Office, Adobe Photoshop.
Una questione di chiarezza
Aspetti legali e prospettive future
La Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche, che risale al 1886, è il primo trattato a stabilire a livello globale una serie di principi comuni relativi al diritto d’autore, estesi e aggiornati poi attraverso numerosi trattati, direttive e regolamenti comunitari. Curiosamente, né la Convenzione né le successive direttive dell’Unione Europea stabiliscono con precisione chi sia l’autore di un’opera, o quando una persona possa dotarsi legittimamente di questo titolo.
Con riferimento alla disciplina italiana, la L. 633 del 1941, da un lato afferma che l’autore è da identificarsi nella persona o le persone responsabili della creazione di un’opera come espressione del proprio lavoro intellettuale (articolo 6), dall’altro stabilisce che i diritti di utilizzazione economica delle opere tutelate dal diritto d’autore durino “tutta la vita dell’autore e sino al termine del settantesimo anno solare dopo la sua morte” (articolo 25). È evidente che queste previsioni non contemplino la possibilità che un software informatico possa creare opere originali, e quindi diventare a propria volta autore o co-autore.
Riteniamo che sia fondamentale definire esplicitamente in cosa consiste l’autorialità di un’opera e le specifiche della collaborazione tra un autore e un software AI nel contesto del co-autorialità. Crediamo siano questioni cruciali e urgenti, che necessitano di un’attenzione approfondita da parte della legislazione sia a livello locale che internazionale, su tutti i livelli.
Ci teniamo a precisare che per noi si tratta di una questione di trasparenza verso il pubblico e NON di giudizio sulla bontà dell’opera, che crediamo dipenda esclusivamente dalla qualità dell’opera in sé, a prescindere da chi l’ha prodotta e come.
Immaginiamo un futuro (non per forza remoto) in cui una AI incredibilmente sviluppata sia in grado di produrre, in autonomia, un dipinto come la Gioconda, o un poema come la Divina Commedia. Un evento di questo genere sarebbe positivo o negativo? Per noi, senza dubbio, positivo, perché crediamo che le opere d’arte, di qualunque genere, e indipendentemente da chi le ha fatte, possano rendere il mondo un luogo migliore. O, se non altro, allevino il peso che tutti noi esseri umani portiamo fin dal momento della nostra nascita.
Ma crediamo anche che il destinatario di un’opera abbia il diritto di sapere chi sia l’autore della stessa, decidendo scientemente se fruirne o meno anche sulla base di questa informazione.
Test di attribuzione
Se sei un’autrice/autore, o fai parte di un collettivo o sei in ogni caso creatrice/creatore di opere letterarie o artistiche, e come noi ritieni che sia diritto del pubblico sapere come realizzi le opere, ti invitiamo a scaricare il bollino più appropriato in base al tuo lavoro e apporlo sull’opera. Ad esempio nel colophon, se si tratta di un libro, o nei titoli di coda nel caso di film, video o altro materiale audiovisivo.
1. Ogni opera ha un cuore, un’idea portante, nasce da un bisogno espressivo o narrativo personali.
2. Nel processo di elaborazione, studio e preparazione dell’opera, l’apporto di AI è stato:
3. La realizzazione materiale dell’opera (scrittura, disegno, altro):
4. Se tu non avessi potuto usare nessuna forma di AI per la realizzazione della tua opera:
5. Immagina che la AI che hai usato durante il tuo lavoro sia in realtà un essere umano. In questo caso, pensi che:
Viaggio oltre l’ignoto
La proposta di adottare i bollini di AI Creative License su tutte le opere artistiche e letterarie è stata lanciata per la prima volta nel libro “Viaggio oltre l’ignoto”, edito in Italia da il Castoro in collaborazione con Book on a Tree nel febbraio 2024. Il libro contiene un romanzo breve scritto dall’autrice umana Valentina Federici, e un altro romanzo breve scritto da un insieme di Intelligenze Artificiali, il tutto accompagnato da un saggio di descrizione dell’esperimento scritto da Pierdomenico Baccalario, Marco Magnone e Davide Morosinotto.