Bot Room: Storie di ragazzi che cambiano il mondo

La Bot Room è la stanza dove rinchiudiamo ogni tanto qualcuno da uno dei nostri rami – autori, illustratori, grafici, editor, project manager… –  per quattro chiacchiere informali, più o meno! Oggi tocca a Mariapaola Pesce, Daniele Nicastro e Teo Benedetti! Tutte le interviste nella Bot Room QUI.

[Intervista a cura di Davide Calì]

STORIE DI RAGAZZI CHE CAMBIANO IL MONDO è un libro corale, scritto a sei mani da Mariapaola PesceDaniele Nicastro e Teo Benedetti, con le illustrazioni di Gabriele Pino.
Il libro raccoglie 50 storie di bambini e ragazzi che fanno cose per rendere il mondo migliore. C’è chi raccoglie bottiglie di plastica e chi fa limonata per raccogliere fondi per la ricerca su malattie rare, chi raccoglie cappotti da distribuire ai barboni, chi ha inventato un modo per rifornire il villaggio di illuminazione elettrica.
Si tratta di ragazzi geniali e sensibili, la prova tangibile che migliorare il mondo si può, se ognuno ci si mette d’impegno.
Ho fatto qualche domanda agli autori.

Come vi è venuto in mente di lavorare su questo tema?
MARIAPAOLA: Spesso si sente dire che i ragazzi dovrebbero impegnarsi di più, che il futuro è nelle loro mani, ma lo sprecano, e che toccherebbe a loro migliorare quello che non va nel mondo, a partire dal clima. In realtà sono in molti a farlo ogni giorno: io, come credo i miei compagi di viaggio, avevo voglia di raccontare questo aspetto, mettendo in luce una generazione attiva, piena di risorse e di sensibilità.
DANIELE: Sono rimasto folgorato dall’immagine di un Friday for Future in cui ragazzi e ragazze formidabili sfilavano in fila con i cartelli. Scendevano in campo per il loro futuro, che in realtà è anche il nostro; facevano quello che dovremmo fare (meglio) noi stessi. Allora ho cercato in rete ed eccole: storie di giovani che vogliono rendere il mondo un posto migliore. Sentivo il bisogno di raccontarle. Celebrarle.
TEO: L’idea di raccontare l’impegno da parte dei ragazzi e delle ragazze, fin dalla più tenera età, per migliorare il Pianeta mi girava in testa da parecchio tempo. Confrontandomi con Daniele e Mariapaola è uscito fuori che era una “sensazione” e una storia che sentivamo tutti e quindi… eccoci qua!

Non è facile lavorare in tre: come vi siete divisi il lavoro?
MARIAPAOLA: Sai che è stato facilissimo in realtà? L’idea piaceva a tutti, abbiamo cercato a lungo informazioni e notizie, ci siamo divisi le storie da raccontare (come sempre i miei colleghi sono stati cavalieri e me ne hanno fatto assegnate alcune davvero emozionanti!) e poi abbiamo scritto. Lavorare con tre amici ha reso tutto molto piacevole.
DANIELE: L’amicizia è un vantaggio enorme quando si lavora. Perciò è venuto del tutto naturale dividersi equamente le storie lasciando a ciascuno un filone di competenza, così come cedere qualche profilo a cui si teneva particolarmente o che l’altro/l’altra poteva raccontare meglio grazie alla propria sensibilità e allo stile di scrittura.
TEO: Direi che abbiamo lavorato come ai tempi del liceo! Cioè, abbiamo fatto ricerche, studiato, ci siamo confrontati a lungo e poi ognuno ha raccontato le varie storie. Per il voto, beh… aspettiamo quello dei lettori e delle lettrici!

C’è una storia che vi è piaciuto particolarmente raccontare?
MARIAPAOLA: Direi di no. Ognuno dei protagonisti del libro ha una sua peculiarità che me lo ha reso interessante. È stato semmai emozionante scoprire proprio quanta sensibilità ci sia in persone spesso tanto giovani, e con quanta “facilità” si siano messi a servizio di altri senza cercare attenzione per sé stessi.
DANIELE: Lo confesso: mi sono affezionato alla storia di Nadia Sparkes. Non perché fosse più brava o più impegnata, no, solo perché il suo coraggio mi ha contagiato. Me la sono vista raccogliere i rifiuti nel cestino della bicicletta mentre andava e veniva da scuola, incurante delle offese dei compagni. Mi ha davvero commosso. Ma sono convinto che, data la varietà, ci sia una storia in grado di commuovere chiunque leggerà il libro.
TEO: Mi sentirei di dire… tutte! Il mosaico di storie presenti in questo libro regala idee e uniche e strabilianti (sia nella loro semplicità che nella loro complessità).
E, sinceramente, mi piacerebbe che fosse il punto di partenza per altrettante idee che cambino e migliorino ulteriormente il mondo!

E voi, cosa fareste per migliorare il mondo?
MARIAPAOLA: Trovo che troppo spesso siamo vittime di una comunicazione aggressiva, che usa termini violenti, e non ci rendiamo più conto che queste parole finiscono per descrivere la nostra vita, e penetrare nel nostro modo di pensare. Propongo che espressioni come “asfaltare” tornino a descrivere l’azione di ripavimentare le strade, e non “sconfiggere e umiliare un avversario” …
DANIELE: Io ho già cominciato. Perché aspettare? mi sono detto. Il tempo è prezioso, scivola in fretta. Ho iniziato eliminando le bottiglie di plastica dalla mia vita quotidiana. Già così ho risparmiato al pianeta un sacco di rifiuti! Cambio un dispositivo elettronico solo quando non si può più riparare e riciclo il più possibile. Insomma cerco di rispettare il luogo in cui vivo, consapevole che c’è sempre da migliorare.
TEO: Nel mio piccolo, cerco di rispettare, in ogni istante, l’ambiente in cui vivo e la comunità con cui mi rapporto. Credo fortemente che piccoli gesti quotidiani nei confronti del prossimo e del Pianeta, aiutino a migliorare la propria vita e quella degli altri.