Bot Room: Jasmine Mottola

La Bot Room è la stanza dove rinchiudiamo ogni tanto qualcuno da uno dei nostri rami – autori, illustratori, grafici, editor, project manager… –  per quattro chiacchiere informali, più o meno! Oggi tocca a Jasmine Mottola! Tutte le interviste nella Bot Room QUI.

[Intervista a cura di Martina Sala]

Si dice che pubblicare il primo libro sia come far nascere un figlio. Ecco: Jasmine Mottola, talentuosissima nuova leva del team Book on a Tree, ha preso il detto alla lettera. Sì, perché a pochi giorni dall’uscita del suo primo libro per ragazzi, Otto Ossoduro e il mistero del cortile (in libreria dal 7 febbraio, qui il link), ci rivela di essere in dolce attesa! Sembra ieri che parlavamo di Otto e progettavamo le sue avventure nella storia.

Ora che il libro sta per essere pubblicato, mi dici da chi hai preso ispirazione?
Da due bambini giapponesi che seguo su Instagram. Si chiamano Ocean e Sky Brown, e anche loro, come Otto, vanno in skateboard. Sono adorabili, in particolare Sky, che è una piccola femminista! Non potevo non innamorarmene.

Ma tu sei mai salita su uno skateboard?
Ci puoi scommettere! A 10 anni l’ho chiesto come regalo di compleanno. Peccato che non avessi spazio per allenarmi, così ho rinunciato quasi subito.

Quindi, skateboard a parte, ti identifichi con Otto?
Nella sua primissima versione, Otto era praticamente identico a me, ma poi sono riuscita poco per volta a tirarlo fuori dalla mia testa e gli ho dato un’identità tutta sua. Ora siamo diversissimi!

Com’è stato relazionarsi con i personaggi già esistenti?
Avevo letto il libro di Furio Furetti quando era appena uscito, e mi era piaciuto un sacco! Man mano che la collana cresceva, mi sono appassionata sempre di più a questo gruppo di piccole pesti e non vedevo l’ora di farli diventare un po’ anche miei! All’inizio, farli parlare con la mia voce è stato difficile, ma la cosa più bella è stata riuscire a immedesimarsi in ciascuno di loro.

Qual è il tuo personaggio preferito?
Vera Voglio.

E quello che ti piace di meno?
Gianni Ginocchio, perché ho sempre avuto paura dei bulli!

Mi dici qual è il tuo sogno nel cassetto?
È una lista lunga, sicura di volerla sentire? [Ride.] A dir la verità, i due sogni più importanti si stanno per avverare: diventare mamma e pubblicare un libro. Cosa potrei volere di più?

Ti è sempre interessato scrivere o è un sogno nato per caso?
Scrivere sì. Ma non per ragazzi. La prima volta che ci ho pensato è stata mentre frequentavo la Holden. Ho seguito dei workshop e ho scoperto che c’era tutto un mondo che mi affascinava tantissimo.

Sempre alla Holden hai approcciato per la prima volta un altro tipo di scrittura, giusto?
Sì, è così. Non avevo mai preso in considerazione la scrittura per i blog o i social. E invece è stata una rivelazione! Alla Holden mi sembrava sempre di sbagliare, invece una volta fuori tutti i pezzi del puzzle si sono uniti e io ho capito cosa dovevo fare. È stato allora che ho aperto il blog Tortinsù.

Ma allora sei bravissima a cucinare!
Affatto! Brucio sempre tutto.

Allora non sono l’unica
Però i dolci mi vengono bene, perché so che devo impegnarmi. Qualche anno fa ho scoperto di essere intollerante al lattosio, e nel mio blog rielaboro ricette per chi non può mangiare latticini. Per me è un laboratorio di creatività: sperimento non solo in cucina, ma anche con testi, foto e video… è una passione!

Wow, e anche i tuoi follower la pensano così. Ne hai tantissimi!
Soprattutto grazie a Instagram, il rapporto con i lettori è molto diretto, mi sembra di conoscerli. La maggior parte ha tra i 18 e i 35 anni, ma ci sono anche signore più grandi, adoro avere supporto e consigli da loro! Ah, magari fosse così anche con i libri… se i miei scrittori preferiti fossero su Instagram, li tempesterei di domande!

So che hai partecipato al workshop A caccia di storie? Com’è andata?
Ero al settimo cielo all’idea di essere stata presa, ero la più giovane del gruppo. È stata un’esperienza bellissima, soprattutto perché c’erano tutte le persone che speravo di incontrare: scrittori ed esperti del settore. E chi è del mestiere sa quali sono i consigli che un esordiente vorrebbe sentirsi dare!

E cosa hai scoperto?
La cosa fondamentale per me è stata il messaggio di speranza: ci hanno fatto capire che c’è posto per tutti, basta trovare la propria strada. L’importante è non arrendersi mai!

Cosa leggevi da piccola? E adesso?
Da piccola adoravo Pippi Calzelunghe e Pollyanna, ma ho letto moltissimo anche Geronimo Stilton. Poi però sono passata ai libri per adulti e solo adesso sono ritornata alla letteratura per ragazzi. Ma mi lascio ispirare moltissimo anche dagli illustratori che seguo sui social. Mi fanno venire in mente un sacco di storie!

E ora? Ne stai scrivendo una nuova?
Non ancora, ma vorrei tantissimo scrivere delle avventure sul mio gatto Walle. È un gatto strano… sembra che mi parli! Giuro!

Che cos’è per te la letteratura per ragazzi, oggi?
Un mondo in cui rifugiarsi, imparare qualcosa di nuovo (soprattutto scienza!) e sentirsi protagonisti.

Che cosa vorresti dire alla tua bambina, quando inizierà leggere?
Di trovare l’ispirazione. Di usare la lettura come modo per interrogarsi e non dare niente per scontato. Vorrei che imparasse ad andare oltre quello che c’è scritto nero su bianco, che pensi con la sua testa.

Giustissimo! E ora, dato che mi hai incuriosito… mi fiondo su Instagram a seguire le tue ricette! Ciao!